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Somma Vesuviana. Adottano un cucciolo abbandonato tra i rifiuti
mercoledì 22 settembre 2010, di
Somma Vesuviana. Adottano un cucciolo di cane ritrovato tra i rifiuti. Una storia d’amore che contribuisce a cancellare gli atti di violenza e abbandono che troppo spesso siamo abituati a vivere nel territorio vesuviano. Una storia di persone normali, persone perbene, forse per questo giudicate anormali, che senza se e senza ma hanno agito con il cuore e non con l’egoismo. “Stavamo camminando in macchina in una strada di periferia di Sant’Anastasia quando ci siamo accorti che uno scatolo si muoveva – racconta la signora Lucia Di Lorenzo – è stato molto curioso e cosi senza esitare siamo scese per controllare”. Istanti di ansia per cosa potesse esserci in quel piccolo scatolo. Mamma Lucia si avvicina e dinnanzi ai suoi occhi uno spettacolo fatto di tenerezza. Nella scatola c’era un cucciolo di bastardino “era una pallina tutta nera, entrava nel palmo della mano – continua mamma Lucia – era appoggiato nella scatola con alcuni fogli di giornale, era in ottime condizioni, ma piccolissima, senza pensarci due volte lo abbiamo preso e portato a casa”. E’ cosi che il cucciolo, ribattezzato con il nome di Becks ha trovato la sua famiglia. “Purtroppo noi a casa avevamo già altri cani, ma non per questo lo abbiamo lasciato dov’era anzi ci siamo impegnati per trovargli una casa” . Ad adottarla e coccolarla è stata la giovane Maira Allocca , la nipote, e il suo sorriso nel raccontare questo piccolo grande amore suggerisce la grandiosità di una famiglia che ha cosi regalato al piccolo Becks non solo una famiglia e tanto amore ma soprattutto il suo piccolo momento di gloria, una gloria che dovrebbe però suggerire a tanti che l’abbandono dei cani non solo è un reato penale ma umano. “Purtroppo sono sempre poche le persone che decidono di crescere un cane – commenta la dottoressa Elena Raia, veterinaria – e crescono a dismisura coloro che invece li abbandonano, un cane è un animale straordinario e non lo dico perché ho una professione che mi permette di lavorare con gli animali, perché la loro dolcezza supera di gran lunga quella delle persone”.