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Ottaviano. Una ricerca ed una legge sui beni confiscati alla camorra...e male utilizzati

mercoledì 24 novembre 2010, di Giovanna Salvati


Ottaviano. Il riutilizzo per fini sociali dei beni confiscati rappresenta un’occasione concreta di sviluppo e di crescita sociale e civile per il territorio, perché con esso finalmente si riconsolida il rapporto di fiducia dei cittadini e tra questi e le Istituzioni. Ed è questa l’iniziativa che prende vita grazie alla tenacia di un consigliere dei banchi della minoranza che mette in campo grazie al sostegno di un consigliere regionale l’iniziativa tesa a recuperare i beni confiscati alla camorra. Il luogo è quello di Ottaviano, emblema simbolo della camorra tramandato dal camorrista di ogni tempo, Raffaele Cutolo, ma che oggi da quel passato ritorna a sorridere e sperare. Chi non ricorda Il Castello Mediceo? E l’Osservatorio Ambiente e legalità del Parco nazionale del Vesuvio di via Palazzo del Principe? E ancora Palazzo Prisco a San Gennarello? Questi ed altre tre sono gli immobili sequestrati alla criminalità organizzata locale, ma per ora ancora cattedrali nel deserto non utilizzate, o solo in parte. A portare avanti una ricerca sugli immobili in questione è stato proprio il consigliere udiccino Biagio Simonetti che dopo aver organizzato nei mesi addietro seminari e corsi sul tema, ha relazionato con un dossier i dati che lanciano nell’allarmante statistica una possibile soluzione. Analizzando i dati raccolti dall’associazione Libera e dal Cnel i tempi che intercorrono tra la confisca definitiva e il decreto di destinazione del bene dovrebbero essere di 120 giorni ma, ma spesso i tempi sono molto più lunghi. Tempi lunghi e cosi l’immobile finisce nel dimenticatoio e nel completo degrado. Al 30 giugno 2009 i beni immobili confiscati alla criminalità sono 8.933 di cui 1.323 in Campania per un valore complessivo di quasi 200 milioni di euro. Se la maggior parte degli immobili è stata consegnata agli Enti locali per finalità sociali, 89% delle aziende è andato in liquidazione. Il riutilizzo per fini sociali dei beni confiscati rappresenterebbe perciò un’occasione di riscatto di un intero territorio tra i più laboriosi d’Italia e soprattutto in Campania. Ed è qui che entra in campo la sinergia di due politici che da poco “sposati politicamente” hanno deciso di trovare una soluzione attraverso una proposta di legge. In sintesi il consigliere comunale Simonetti e il consigliere regionale l’on. Carmine Mocerino propongono una gestione mista Governo, regione, province, comuni in stretto raccordo con l’Agenzia del Demanio con un osservatorio permanente composto, tra gli altri, da un rappresentante dei Carabinieri, della Finanza, del Questore, delle polizie locali, della DIA, delle associazioni e del sindacato. Insomma una buona soluzione, speriamo solo che i tempi per la soluzione non siano altrettanto lunghi.

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