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Il racconto delle tradizioni locali attraverso la voce di Mikele Buonocore.

domenica 31 marzo 2013, di Maria Beneduce

Cinque secoli di prodigi e miracoli ed ancora oggi la Madonna dell’Arco è invocata dai fedeli. La musica che racconta la realtà del Vesuviano è nel cuore di Mikele Buonocore. “Lunnerì ’e Pasca a Sant’Anastasia nu guaglione jucava a palla e maglio, ma sbagliaje nu tiro e pe dispietto…‘A faccia d’ ’a Madonna se fa nera e scorre ‘o sango comme na funtana ca fa correre ‘a gente ‘a chiù luntana.” Questa la storia, la trama e le canzoni, dell’album che si accinge alla sua seconda riedizione <>, nel quel l’autore racconta le origini, i personaggi, i miracoli, i luoghi e i culti di una fede sacra e misteriosa. “La mia Pasqua è quella legata alle tradizioni del territorio, e che a mio avviso non devono andare perse, cosi due anni fa ho inciso <>, opera che ripercorre uno tra i momenti più sentiti e vissuti non solo a Sant’Anastasia ma nell’intera Regione, e che per le prossime festività ha visto una nuova incisione di mille copie”. Tradizioni locali che secondo il cantautore “troppo spesso non vengono arricchite o tramandate nel giusto modo. Tra le mie intenzioni c’è quella di elaborare quest’opera proprio il Lunedì dell’Angelo, tra la gente, perché l’ho pensata su strada”. L’opera “A Maronna ‘e ll’Arco e ‘e fujenti”, è nata in collaborazione con l’associazione “Terra vesuviana”, e nella quale “sono descritte le origini, i personaggi, i miracoli, i luoghi e i culti di una fede sacra e misteriosa”, dice Buonocore della sua opera popolare, che racconta la mistica storia delle Vergine dell’Arco, da cui è nato il santuario ed il quartiere Madonna dell’Arco, e che grazie alle note origini miracolose della Santissima, folklore e religione, si incontrano nel Lunedi in Albis, giorno durante il quale pellegrini e fujenti affollano la cittadina, in segno di devozione invocando “a mamm’ e ll’Arc”. Buonocore racconta la realtà, quella del Vesuviano, “amo il popolar canto e contaminare la musica con la tradizione popolare vesuviana”.

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